La connessione tra mente e corpo,
psiche e soma, è oramai stata accertata anche dalla Scienza.
Pensieri e atteggiamenti interni volti
al pessimismo, alla passività e al fallimento favoriscono
l'insorgenza delle malattie e l'invecchiamento prematuro del corpo.
Invece, coltivare uno stato d'animo propositivo fondato sulla fiducia
nelle proprie potenzialità e risorse interiori rappresenta il più
potente tra gli elisir di giovinezza e di lunga vita.
Queste affermazioni erano già note
agli antichi medici cinesi che, di fronte a un ammalato, prima di
tutto si prendevano cura di indagare su quali fossero stati i
pensieri, le convinzioni e i comportamenti che lo avevano condotto
fino alla patologia lamentata.
Cina, La Valle degli Immortali |
In tempi più moderni tutte le
questioni “interne” sono passate in secondo piano in quanto la
medicina attuale ha concentrato il suo campo di indagine pressoché
esclusivamente su aspetti grossolani, materiali, indirizzandosi verso
la ricerca di molecole, geni e di quant'altro potesse portare alla
scoperta di qualche prodotto farmacologico.
Tale modalità tuttavia
non ha portato a grandi risultati in termini di benessere e salute. Ciò è sotto agli occhi di tutti
se solo consideriamo che oggigiorno le malattie croniche stanno
dilagando a macchia d'olio tra tutti gli strati della popolazione: patologie come il cancro, il diabete, l'ipertensione, la demenza (e
altre) rappresentano le vere epidemie dei nostri tempi e le
statistiche le danno in crescita per i prossimi anni.
Le medicine antiche (come quella
Cinese) erano indubbiamente molto raffinate guardando all'intero
individuo e a tutti suoi aspetti e non solo a uno oppure a pochi
sintomi.
In qualcuno oggigiorno si sta facendo
strada una nuova sensibilità che si può definire “olistica”:
non è più possibile trattare gli aspetti fisici, relazionali,
psichici e persino quelli spirituali come se fossero compartimenti
separati.
A riprova della connessione esistente
tra corpo e stato d'animo, già il secolo scorso Clarence William
Lieb affermava: “L'esperienza mi ha insegnato a considerare il
pessimismo come uno dei maggiori sintomi di prematura fossilizzazione
ed esso si accompagna di solito al primo minore sintomo di declino
fisico. Sono state fatte delle prove sugli effetti delle
perturbazioni della personalità sul processo di convalescenza: e
tali prove effettuate in ospedale hanno dimostrato che la durata
media del ricovero aumentava per questa ragione del 40%”.
La mia personale
vision della medicina del futuro mi porta a considerare tutti gli
aspetti dell'essere umano come tra loro integrati. Per questo motivo dopo
la mia formazione univeritaria come medico ho studiato Agopuntura, Psicoterapia,
Omeopatia e altre medicine alternative e persino il Coaching. Trovo
infatti che l'essere Coach mi permetta di integrare tutte le mie
conoscenze mediche e di fornire a chi si rivolge a me gli strumenti per
ritrovare la salute e realizzarsi nella vita... e anche di trovare
l'elisir di lunga vita!
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